Giovani, donne, over 50: è sfida tra i bonus

Lunedì 19 ottobre 2015

La riduzione dell’esonero contributivo per le assunzioni 2016 rimette in pista vecchie agevolazioni 



È un bonus assunzioni in versione “light” quello tratteggiato dal disegno di legge di Stabilità 2016: la decontribuzione per nuovi assunti a tempo indeterminato è confermata anche per i contratti che saranno stipulati l’anno prossimo, ma il beneficio sarà solo per due anni (e non più tre). Le imprese potranno risparmiare il 40% dei contributi con un tetto annuale più che dimezzato: 3.250 euro rispetto agli attuali 8.060. Da gennaio potrebbero rientrare dunque in gioco gli altri incentivi che, secondo il test di convenienza elaborato dal Sole 24 Ore del Lunedì, risultano più competitivi, almeno dal punto di vista economico, rispetto al nuovo bonus. Si tratta però di aiuti su target specifici (per esempio, quelli rivolti a donne e lavoratori over 50 disoccupati) oppure destinati a uscire di scena a breve (come quelli legati alla riassunzione dei lavoratori in mobilità, che spariranno a fine 2016) o più complessi da gestire. In ogni caso, per valutare la convenienza delle singole agevolazioni, bisogna considerare anche le durate massime degli incentivi, che vanno da 18 a 36 mesi. In base alle elaborazioni realizzate mettendo a confronto il costo di un’assunzione sotto il profilo contributivo, l’apprendistato si conferma la formula più conveniente: la retribuzione lorda è più bassa e i contributi Inps sono di poco superiori al 13% (rispetto all’aliquota piena del 31,58%). Queste agevolazioni possono durare tre anni, ma non va trascurato l’impegno richiesto al datore di lavoro sul fronte della formazione dei giovani under 30. Torna appetibile anche il bonus per chi “recluta” i beneficiari di Naspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego, a patto però che l’indennità spettante al lavoratore si avvicini o coincida con il massimale di 1.300 euro mensili. Nell’esempio considerato in questa pagina, per l’assunzione di un operaio metalmeccanico di quinto livello, questo incentivo riduce il costo mensile a carico del datore a 1.686 euro, rispetto ai 2.112 da versare per un’assunzione con il bonus previsto dal Ddl di Stabilità 2016. Un elemento da considerare con attenzione, però, è la durata residua del trattamento Naspi per il lavoratore che si assume: il datore può incassare infatti la metà dell’indennità che sarebbe stata corrisposta al beneficiario, ma se i mesi residui sono pochi, sarà utile considerare un incentivo di durata maggiore. Da un punto di vista puramente economico, potrebbe tornare vantaggioso anche il bonus introdotto dalla legge 92/2012 per assumere donne e over 50, disoccupati di lunga durata, che può essere usato anche per inserimenti a termine: consentirebbe di risparmiare infatti 280 euro mensili, contro i 224 del nuovo sgravio previsto per il 2016. Bisogna considerare però alcuni fattori rilevanti: innanzitutto, la durata dell’incentivo, che arriva al massimo a 18 mesi, contro i 24 del nuovo bonus. A pesare negativamente sulla valutazione, poi, potrebbero essere il target molto rigido della misura (le donne devono essere disoccupate da 24 mesi o da sei mesi se risiedono in aree svantaggiate o sono impiegate in una professione con forti disparità di genere), la necessità di aumentare con l’assunzione incentivata la base occupazionale dell’azienda e una gestione piuttosto complessa del beneficio. Non a caso il bonus ha avuto circa 50mila richieste tra il 2013 e il 2014. Sembrerebbe poi possibile, anche per il 2016, sommare il nuovo esonero contributivo con altre agevolazioni di tipo economico (che non siano sconti sui contributi), come l’incentivo per chi assume iscritti alle liste di mobilità e i beneficiari della Naspi. 

 Fonte: Francesca Barbieri Valentina Melis Alessandro Rota Porta

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